
Ix Chel (a volte scritto Ixchel) è, la dea della luna Maya, una delle divinità Maya più importanti e antiche , collegata alla fertilità e alla procreazione. Il suo nome Ix Chel è stato tradotto come “La Signora arcobaleno” o come “Colei dal volto pallido”, un’allusione al colore della superficie della luna. Ha almeno due aspetti una giovane donna affascinante ed una donna anziana, nascita e morte si combinano in questo mito.
Ancora nel periodo coloniale i pellegrini attraversavano lo Yucatan seguendo sentieri che ripercorrevano il percorso della luna in cielo, e si recavano sull’isola di Cozumel, portando doni per ricevere oracoli, i sacerdoti gli Aj K’in, ponevano le domande e ne riferivano le risposte.
Questa che segue è una antica benedizione tradotta dalla lingua Nahuatl dedicata alla Dea Maya IxChel, è una invocazione per favorire il processo di disidentificazione dalle relazioni parentali e non. quando queste diventano distruttive, impedendo all’Anima di fare il proprio cammino, seguendo lo scopo evolutivo per cui si è incarnata in terra, e scioglie i nodi karmici.
“Ho liberato i miei genitori dalla sensazione di avere fallito con me.
Ho liberato i miei figli dal bisogno di portare orgoglio per me; che possano scrivere e percorrere le loro proprie vie secondo i loro cuori, che sussurrano tutto il tempo alle loro orecchie.
Ho liberato il mio uomo dall’obbligo di completarlo, di completarmi. Non mi manca niente,
imparo per tutto il tempo, insieme a tutti gli esseri. Mi piacciano o non mi piacciano.
Ringrazio i miei nonni e antenati che si sono riuniti affinché oggi io respiri la Vita.
Li libero dai fallimenti del passato e dai desideri che non hanno portato a compimento, consapevole che hanno fatto del loro meglio per risolvere le loro situazioni all’interno della coscienza di quell’istante. Li onoro, li amo e li riconosco innocenti.
Io mi denudo davanti a tutti gli occhi, che sanno che non nascondo né devo nulla oltre ad essere fedele a me stessa e alla mia stessa esistenza, e che camminando con la saggezza del cuore, sono consapevole che il mio unico dovere è perseguire il mio progetto di vita, libera da legami familiari invisibili e visibili che possono turbare la mia pace e felicità.
Queste sono le mie uniche responsabilità.
Rinuncio al ruolo di Salvatrice, di essere colei che unisce o soddisfa le aspettative degli altri.
Imparando attraverso, e soltanto attraverso l’amore, benedico la mia essenza e il mio modo di esprimerla, anche se qualcuno potrebbe non capirmi.
Capisco me stessa, perché solo io ho vissuto e sperimentato la mia storia; perché mi conosco, so chi sono, quello che sento, quello che faccio e perché lo faccio.
Mi rispetto e approvo.
Io onoro la divinità in me e in te… siamo liberi.”
Pronunciare queste parole di benedizione ci rende liberi di accogliere la realtà viva e vibrante della nostra vera essenza, e ci collega amorevolmente all’amore incondizionato per gli antenati e per la stirpe umana.
Ripeti queste parole di consapevolezza ogni sera, e lascia, che la tranquillità danzi nel tuo cuore.
Mahan Priti
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